Ciao a tutti,
mi chiamo Gianni Azzica, ho 64 anni e conosco il Signore da circa 36.
Il Signore è stato molto buono con me, mostrandomi la Sua grazia per mezzo di Gesù Cristo quando io ancora ero lontano da Lui.
L’incontro con Gesù è avvenuto in un momento difficile della mia vita: venivo da un fallimento professionale, un matrimonio in crisi con due bambini piccoli (una di 5 anni e uno di pochi mesi) e la disoccupazione che gravava sulle mie spalle. Mi sentivo un fallito e cercavo, senza successo, appoggi politici per ottenere un lavoro dignitoso.
Il 26 agosto 1990, mia mamma, convertita da un anno, mi invitò al suo battesimo in acqua. All’epoca guardavo il movimento evangelico con sospetto e pregiudizio, ma partecipai insieme a mia moglie e ai miei figli. Quel giorno il Signore parlò al mio cuore, liberandomi dall’avversione che avevo verso di Lui. Durante la predicazione sentii un nodo alla gola e il desiderio di piangere, ma mi trattenni per vergogna.
Pochi giorni dopo, una famiglia di credenti ci invitò a leggere la Bibbia insieme ogni settimana. Accettammo senza capirne bene il motivo. Col tempo, la Parola di Dio mi convinse sempre più che ero un peccatore perduto, bisognoso di essere lavato dal sangue di Gesù. Il versetto di Luca 15:7 mi accompagnava costantemente:
“Vi sarà più festa in cielo per un solo peccatore che si ravvede che per novantanove giusti che non hanno bisogno di ravvedimento.”
Un giorno, mentre guidavo, ascoltai alla radio la predicazione di un pastore. Mi fermai, chiusi gli occhi e chiesi al Signore di perdonarmi, di entrare nella mia vita e di accettarmi così com’ero. Scoppiai in un pianto liberatorio.
In questi anni, il Signore ha lavorato profondamente nella mia vita, liberandomi da molte cose che non Lo onoravano. So che il Suo lavoro in me continuerà fino al giorno in cui sarò alla Sua presenza.
Nel novembre 2017, Dio mi ha chiamato a guidare una piccola comunità nella mia città, Porto Torres (Sardegna). La nostra chiesa si chiama “DOULOS”, che in greco significa servo o schiavo. Il nostro logo raffigura due ceppi aperti con una catena spezzata: simbolo della libertà che Cristo ci dona, non più schiavi del diavolo, ma servi del Dio vivente.
Oggi servo il Signore con gioia insieme a mia moglie Mafra — senza il suo sostegno non potrei farlo — pascendo con semplicità e timore questo piccolo gregge che Dio mi ha affidato.
A Dio sia la gloria!